PACCHETTO_GENERICO

l’Irlanda propone il pacchetto di sigarette “bianco”, ministro della Salute Reilly: entro 2025 saremo Paese senza fumo. Esperti del settore italiano: favorisce il mercato illegale

LUGLIO 2014 - Il Dipartimento della Salute irlandese ha annunciato l’approvazione del Public Health 2014 Standardised Packaging of Tobacco: un disegno di legge depositato al Senato di Dublino che prevede l’introduzione del pacchetto generico di sigarette, senza marchi e identico per tutti.

Secondo il ministro della Salute James Reilly “l’Irlanda sarà il primo Paese dell’Unione europea a introdurre tale legislazione e il terzo Paese in tutto il mondo”, dopo l’Australia e la Nuova Zelanda che ha avuto una prima lettura di un disegno di legge sul pacchetto generico nel febbraio scorso. Per il ministro si tratterebbe di un “significativo passo avanti nella nostra politica di controllo del tabacco e nel nostro obiettivo di essere un Paese senza fumo entro il 2025″. La decisione di Dublino riaccende le polemiche su un argomento a lungo discusso nei mesi scorsi nell’ambito del dibattito sulla nuova direttiva europea in materia di tabacco.

Il pacchetto anonimo, nel documento approvato da Bruxelles, alla fine non ha trovato spazio dal momento che si è preferito aumentare la superficie della confezione riservata alle avvertenze sui rischi connessi al fumo. Sull’argomento l’agenzia di stampa AdnKronos ha ascoltato diversi esperti del settore – Giovanni Risso, presidente Federazione italiana tabaccai, Gennaro Masiello, presidente di Coldiretti Campania, Carmine Mazza, presidente Agemos, Carlo Sacchetto, segretario dell’Apti e l’eurodeputata Lara Comi - tutti fermamente convinti che la decisione di Dublino, oltre a favorire il mercato illegale, non faccia altro che aumentare i rischi per la filiera italiana del tabacco e la salute dei fumatori. Secondo Risso la proposta non farà altro che “favorire il contrabbando e la contraffazione”. L’Irlanda – ha dichiarato il presidente della Fit – è stato sempre un Paese dalle posizioni forti sui prodotti di tabacco “tanto da adottare in passato misure ancora più pesanti rispetto alla stessa direttiva europea sul comparto”. “Mi auguro – ha concluso Risso – che l’Italia non segua questa scelta anche perché noi di sicuro non l’accetteremmo”.

Per il presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello a pagare il prezzo più alto con l’introduzione del pacchetto generico di sigarette nel nostro Paese sarebbe la filiera produttiva italiana, che “realizza un tabacco di qualità per le miscele più pregiate di sigarette al mondo”. Speriamo che l’iniziativa di Dublino non venga seguita in Europa, si è augurato Masiello, anche perché la “distintività del pacchetto permette la possibilità della scelta da parte del consumatore e impegna anche le multinazionali alla ricerca della qualità e di sicurezza del prodotto”.

Per Carmine Mazza, presidente Agemos (Associazione nazionale venditori e distributori di tabacco), l’introduzione del cosiddetto pacchetto bianco “azzera la tracciabilità all’insegna di una visione integralista ed ideologica che non aiuta certo a risolvere il problema del fumo”. “Togliere marca, grafica e colori dai pacchetti – ha dichiarato Mazza – non serve a dissuadere i fumatori e questo è dimostrato ad esempio dal mercato dei trinciati, quello del tabacco sfuso”. Secondo il presidente di Agemos, inoltre, nel nostro Paese, dove il contrabbando ha una storia notevole, “togliere la marca e la provenienza dalle sigarette significa consegnare il loro mercato all’illegalità”.

Dello stesso avviso il segretario dell’Associazione professionale trasformatori tabacchi italiani (Apti), e della Federazione europea dei trasformatori di tabacco (Fetratab), Carlo Sacchetto, secondo il quale uno degli impatti oggettivi che il disegno di legge irlandese può avere sull’intera filiera del tabacco “è sicuramente la crescita del mercato illecito”. Per il segretario dell’Apti ci sarebbero inoltre da considerare “aspetti giuridici importanti” legati sia al rispetto dei Trattati internazionali sulla proprietà dei marchi, sia al “contenzioso tuttora in corso al Wto con l’Australia, Paese che ha applicato l’imposizione del pacchetto bianco”. Sacchetto ha voluto esprime infine l’augurio che venga rispettata la direttiva europea sui prodotti di tabacco approvata pochi mesi fa “in quanto norma comunque bilanciata”.

Netta, infine, la posizione assunta dall’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi che si è dichiarata “assolutamente contraria”. “Sul pacchetto di sigarette – ha dichiarato la parlamentare europea – devono esserci indicazioni sul contenuto e poi c’è un aspetto legato al brand: io voglio sapere chi è il produttore e, in caso di problemi, chi è responsabile”.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedInShare on Google+Email this to someone
5