CREA

La ricerca al servizio della produzione di tabacco in Italia, parte la collaborazione tra O.N.T. Italia, Università di Napoli e CRA.

Inizia una nuova fase per aumentare la competitività del tabacco italiano, così Gennaro Masiello, presidente di ONT (Organizzazione Nazionale Tabacco) Italia, sintetizza l’accordo tra ONT, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CRA-FRC) e l’Università degli Studi di Napoli, Dipartimento di Agraria.


Il CRA-FRC è l’unica unità di ricerca per il tabacco in Italia e ha preso l’eredità professionale e il know-how dell’ex Istituto Sperimentale del tabacco di Scafati. La recente riorganizzazione degli enti di ricerca, che ha portato alla costituzione del CREA “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria”, nato dall’unione degli enti collegati INEA (Istituto nazionale di economia agraria) e CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), può rappresentare un rilancio della ricerca e dell’analisi economica per il settore agroalimentare, e il tabacco vuole essere pronto per poter utilizzare i nuovi strumenti.
“Il 2015 – spiega più in dettaglio Luigi Auriemma, Amministratore di ONT Italia, in occasione della prima giornata di studio presso la sede di Caserta del CRA – è il primo anno senza alcun premio comunitario accoppiato alla coltivazione del tabacco e rappresenta il vero banco di prova per il futuro della coltivazione”.
Le manifatture internazionali hanno dimostrato un reale interesse all’acquisto del prodotto italiano, anche perché l’Italia rappresenta un ricco mercato per la vendita di prodotto finito, ma è necessario per la parte agricola proseguire il percorso verso l’eccellenza delle produzioni a partire dagli aspetti qualitativi.
Per dare certezza economica ai produttori, è necessario che il tabacco italiano raggiunga un livello di eccellenza che possa distinguerlo da quello prodotto negli altri paesi del mondo: un prodotto eccellente con una costante attenzione all’ambiente e al benessere dei lavoratori per una corretta responsabilità sociale.

Il tabacco nazionale, infatti, non può competere per il prezzo con quello dei paesi africani, asiatici, sud americani e dell’Europa dell’est, in cui i costi di produzione sono notevolmente più bassi, ma è anche vero che il prodotto nazionale può vantare, oltre a un buon livello qualitativo, metodi e processi di produzione che garantiscono maggiore tutela ambientale e delle condizioni di lavoro, rispetto a quello di molti altri paesi. “Ambiente e Lavoro” dovranno accompagnare le azioni per la “Qualità della foglia”; solo in questo modo il tabacco italiano potrà essere maggiormente valorizzato.

La strada che ONT intende percorrere prevede un necessario utilizzo di alcune misure dei Programmi di Sviluppo Rurale, per i quali però c’è un notevole ritardo da parte delle regioni interessate, e un coinvolgimento diretto degli enti che possano assicurare ricerca, formazione dei tecnici e trasferimento di innovazione alle aziende.
Per rispondere a questi obiettivi, dal 2015 inizia una stretta collaborazione tra l’organizzazione nazionale dei tabacchicoltori e il mondo della ricerca: l’iniziativa dovrà favorire il trasferimento diretto dei risultati della ricerca in campo e contestualmente la possibilità che gli stessi produttori possano indirizzare la ricerca su specifiche esigenze.
In particolare le attività che saranno svolte dal CRA, oggi CREA, comprendono:
attività sperimentali, con diverse linee di tabacco Burley, anche con resistenza alla Phytophthora parassitica var nicotianae;
• protocolli di difesa e monitoraggio dello stato fitosanitario delle coltivazioni, con aggiornamenti dei principi attivi in base alla nuova legislazione comunitaria;
• ottimizzazione delle condizioni di cura (preparazione, peso e distanziamento delle filze) e valutazione dei risulti ottenuti;
• formazione attraverso seminari itineranti e training tecnici.
Il Dipartimento di Agraria si occuperà, invece, di:
• programmazione irrigua e risparmio idrico (predisposizione di fogli elettronici per il calcolo dell’evapotraspirazione, dei limiti di intervento e dei volumi di adacquamento);
• piani di concimazione azotata (prove sperimentali, valutazione rese e aspetti qualitativi e training tecnici).
La convenzione – conclude Auriemma – consente un approccio organico al miglioramento qualitativo del prodotto, con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni dei produttori e dei tecnici per la realizzazione di campi sperimentali, tecniche agronomiche e processi di cura.

.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedInShare on Google+Email this to someone
7